FabioTurco

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Gli Stati Uniti ritireranno i propri soldati e il proprio equipaggiamento militare dalla base di Rzeszów, nel sudest della Polonia, vicino al confine dell'Ucraina, per riposizionarli in altri siti del Paese.

Lo ha annunciato oggi il Comando dell'esercito statunitense in Europa e Africa.

Nel comunicato viene riportato che i militari verranno ricollocati in altri siti (sempre in Polonia) e che il comando della base di Rzeszów sarà affidato alla guida polacca e della NATO.

L'operazione permetterà ai contribuenti americani di risparmiare decine di milioni di dollari (sic).

Non si tratta quindi di un ridimensionamento, ma di un riposizionamento, hanno sottolineato il presidente polacco Duda e il ministro della difesa Kosiniak-Kamysz, che hanno subito voluto gettare acqua sul fuoco.

Il problema è che questo annuncio giunge in contemporanea con una notizia rimbalzata dalla NBC, e finora non confermata né smentita, di un possibile ridimensionamento del numero di militari americani nell'Europa orientale, circa 10mila tra Polonia e Romania.

Questa mossa cozzerebbe con tutte le rassicurazioni fatte fin qui da Washington circa il suo impegno nella regione, e creerebbe forte instabilità nell'area. Vale la pena ricordare come tra poche settimane proprio Polonia e Romania si recheranno alle urne per due tornate elettorali estremamente importanti.

 

Il 18 marzo il parlamento ungherese ha approvato un emendamento alla legge sul diritto di assemblea, che di fatto vieta l'organizzazione pubblica del Pride.

In caso di trasgressione gli eventuali partecipanti potranno essere sanzionati con multe fino a 500 euro. La loro identificazione potrà avvenire tramite registrazione delle immagini e utilizzo di software di riconoscimento facciale.

Nel mio servizio uscito su Valigia Blu, parto da questa storia di straordinario restringimento delle libertà civili per raccontarvi il momento storico che sta vivendo l'Ungheria. Mentre Orbán lancia cupe dichiarazioni, il suo partito si trova per la prima volta in difficoltà nei sondaggi. A un anno dalle elezioni la partita è aperta.

Per capire dove siamo e come siamo arrivati fin qui è utile riavvolgere il nastro degli ultimi 15 anni.

https://www.valigiablu.it/ungheria-orban-democrazia-illiberale-fine-magyar/

 

Ventidue ambasciatori hanno sottoscritto una dichiarazione in riferimento alla cosiddetta Legge anti Pride promulgata dal parlamento ungherese la scorsa settimana.

Viene espressa preoccupazione non solo per il divieto del Pride ma anche per la restrizione del diritto di pacifica assemblea e della libertà di espressione.

Tra i Paesi che hanno firmato non c'è l'Italia.

https://dailynewshungary.com/22-ambassadors-concerns-pride-law-hungary/

 

Il presidente della repubblica Duda ha approvato il disegno di legge sulla sospensione temporanea e territoriale del diritto di asilo.

In sostanza il ministro dell'Interno potrà emettere un'ordinanza valida 60 giorni, per sospendere il diritto di asilo (ad eccezione di non ben specificate categorie vulnerabili). Periodo prorogabile con il consenso del parlamento.

Unanime la condanna delle organizzazioni che difendono i diritti umani, secondo cui la legge viola l'articolo 56 della Costituzione polacca sulla protezione internazionale agli stranieri e non rafforza la sicurezza del Paese.

Nell'intento del governo, questo provvedimento dovrebbe alleggerire la pressione migratoria effettuata dal regime bielorusso.

https://notesfrompoland.com/2025/03/26/poland-introduces-law-allowing-suspension-of-asylum-rights/

 

L'amicizia tra Stati Uniti e Polonia ha radici lontane, addirittura secolari, dai tempi della guerra di indipendenza americana, per il contributo dato alla causa americana dal generale Tadeusz Kościuszko.

Un'amicizia rinsaldatasi nell'ultimo mezzo secolo grazie al decisivo supporto a stelle e strisce nel supportare la svolta democratica della Polonia.

Dal 1989 ad oggi pochi avrebbero messo in dubbio che qualcosa avrebbe potuto mettere in crisi questo legame. Per Varsavia gli Stati Uniti rappresentano il principale garante di sicurezza, viceversa la Polonia rappresenta il Paese chiave della regione.

Eppure qualcosa, anzi molto, è cambiato in questo secondo mandato di Donald Trump.

Il disimpegno americano dall'Ucraina e il timore di un rimpensamento nella presenza nell'intera regione stanno mettendo in difficoltà i rapporti.

Questo articolo di Euractiv spiega bene quello che sta accadendo.

https://www.euractiv.com/section/politics/news/polands-slow-divorce-from-trumps-america/

 

Poteva essere una "tranquilla" campagna presidenziale e invece...nel mio pezzo uscito oggi su Reset vi racconto come il tema della guerra in Ucraina abbia fatto irruzione sulla strada verso le elezioni del nuovo presidente della Polonia, e come i rapporti con gli Stati Uniti giochino un ruolo centrale.

https://www.reset.it/idee/nelle-presidenziali-polacche-lucraina-e-lago-della-bilancia

 

Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha annunciato la reintroduzione dei massimali sui margini di profitto su diversi prodotti alimentari per contrastare l'aumento dei prezzi.

A febbraio l'inflazione alimentare ha raggiunto il 7,1% su base annua, per la la farina addirittura il 44,3%.

Il governo garantirà che il ricarico commerciale non superi il 10% del prezzo all'ingrosso. Tra i prodotti interessati ci sono pollame, latte, olio, burro, uova a zucchero.

La misura entrerà in vigore a metà marzo e durerà fino a metà maggio con possibilità di proroga.

Non è la prima volta che il governo ungherese ricorre a questa misura. Già a cavallo tra il 2022 e il 2023 a causa della spirale inflazionistica - non solo sui prodotti alimentari - che aveva superato il 25% su base annua, era stato imposto il price cap su tutta una serie di prodotti.

Un provvedimento che all'epoca era stato contrastato da diversi economisti e dalla Corte di Giustizia europea che aveva evidenziato come si ponesse in potenziale conflitto con il mercato comunitario.

 

Il serbatoio di un razzo Falcon 9 di Space X, utilizzato per il dispiegamento di 22 satelliti Starlink, è caduto nella prime ore del mattino vicino a Poznań, nell'ovest della Polonia. Fortunatamento non ci sono stati né feriti né danni. Il ritrovamento è avvenuto intorno alle 9 da parte di alcuni lavoratori nell'area di un magazzino.

Nella fattispecie si tratterebbe di un COPV, un tipo di serbatoio progettato per immagazzinare elio ad alta pressione.

L'Agenzia Spaziale Polacca ha confermato il rientro incontrollato di un razzo sopra la Polonia nella notte tra martedì e mercoledì. Solitamente questo tipo vettori vengono sganciati sopra le acque oceaniche, ma probabilmente a causa di carburante insufficiente la sua orbita si è modificata inaspettatamente.

 

Oggi se ne è andato un gigante.

È morto Marian Turski, storico, saggista, giornalista. Qualsiasi definizione è riduttiva e quasi irrispettosa per un uomo che si è fatto il carico di portare attraverso la sua vita il messaggio più doloroso che si possa immaginare.

Turski, 98 anni è stato un sopravvissuto di Auschwitz e Buchenwald, dove ha perso gran parte della sua famiglia. Ha vissuto sulla sua pelle l'aberrazione umana nella sua massima degenerazione, e ha dedicato la vita a conservarne la memoria e a trasmetterla alle nuove generazioni affinché non avesse più a ripetersi.

Nel 2020, in occasione di un discorso tenuto durante la cerimonia della Giornata della memoria ammonì: "Auschwitz non è caduto dal cielo" indicando come il processo di desensibilizzazione della società avesse portato a quegli avvenimenti storici. Turski propose quindi un undicesimo comandamento: non restare indifferente.

Lo stesso messaggio, con altre parole, lo ha lanciato poche settimane fa, sempre dallo stesso palco. Per l'ultima volta.

 

Il governo polacco e Microsoft hanno stretto un corposo accordo sullo sviluppo di infrastrutture cloud e AI.

Microsoft prevede di investire 2,8 miliardi di złoty (circa 673 milioni di euro) entro giugno 2026. L'azienda statunitense "supporterà lo sviluppo dei data center esistenti, introducendo un set ampliato di servizi Azure (la piattaforma cloud di Microsoft)", riporta il quotidiano Rzeczpospolita.

L'accordo prevede una collaborazione con il ministero della Difesa per rafforzare il quadro della cybersicurezza del Paese a fronte del crescente numero di attacchi informatici, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali di maggio. L'articolo riporta che la Polonia è il terzo Paese europeo e il nono al mondo, per numero di attacchi subiti da gruppi criminali supportati da stati esteri (principalmente la Russia).

Microsoft si è impegnata poi a formare un milione di cittadini (insegnanti, informatici, docenti, manager) sull'utilizzo dei moderni strumenti digitali, compresa la AI.

Un altro aspetto dell'accordo è che Microsof fornirà gratuitamente o a prezzi ridotti i propri software a istituzioni educative polacche, biblioteche, musei e organizzazioni non profit.

L'accordo giunge pochi giorni dopo l'annuncio di un altro sodalizio tra il Fondo Nazionale dello Sviluppo e Google. Nei giorni scorsi era stato annunciato che Mountain View avrebbe investito 5 milioni di dollari per programmi di formazione nei prossimi cinque anni per programmi che riguardano AI, energia e sicurezza. Successivamente Magdalena Dziewguć, presidente di Google Polonia ha dichiarato che l'investimento sarà molto più sostanzioso, senza però indicare quanto.

 

Le deportazioni attuate dall'amministrazione statunitensi riguardano anche i cittadini europei.

Il ministero degli Esteri polacco ha confermato che due persone sono state arrestate e sono in attesa di essere riportate in Polonia. Non sono stati resi noti i dettagli.

Negli Stati Uniti vive una nutrita comunità polacca, specialmente nell'area di Chicago. Si stima che siano circa 30.000 i cittadini di questa nazionalità che vivono negli USA senza regolare documentazione.

Il governo polacco consiglia i cittadini che non sono sicuri della regolarità del proprio status di mantenere i contatti con i consolati e di assicurarsi della validità dei passaporti.

Va detto che non si tratta di una novità. Nel corso dell'ultimo anno sono state 67 le persone deportate dagli Stati Uniti verso la Polonia.

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submitted 5 months ago* (last edited 5 months ago) by FabioTurco@feddit.it to c/centroesteuropa@feddit.it
 

Dopo il ritiro di Stati Uniti e Argentina, anche l'Ungheria sta valutando di uscire dall'OMS. Lo riporta Politico.

[–] FabioTurco@feddit.it 1 points 9 months ago

Ho visto al volo e mi sembra abbiano fatto un ottimo lavoro :)

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