Notizie dall'Italia e dal mondo

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Comunità dedicata all'attualità: notizie, reportage ed editoriali sulla cronaca nazionale e internazionale.

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🚫 Evitare notizie provenienti da fonti non affidabili. Per una rassegna, cfr la Black List di Bufale.net al link https://www.bufale.net/the-black-list-la-lista-nera-del-web/

NB: Nel caso fosse proprio necessario postare link da quei siti, aggiungere al titolo la dicitura #Disinformazione?

founded 3 years ago
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Precompilata Iva al via per circa 2,4 milioni di professionisti e imprese. È adesso attivo il servizio che consente di visualizzare il proprio modello 2024, in parte già compilato dall’Agenzia delle Entrate, mentre da giovedì prossimo, 15 febbraio, sarà possibile modificare o integrare i dati, inviare la dichiarazione e versare l’eventuale imposta. Prosegue quindi la sperimentazione avviata a febbraio 2023 per mettere a disposizione degli operatori la bozza della dichiarazione elaborata con i dati delle fatture elettroniche, delle comunicazioni delle operazioni transfrontaliere e dei corrispettivi telematici.

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Nuovo record di recupero dell’evasione fiscale. Ammontano a 24,7 miliardi di euro le somme confluite nelle casse dello Stato nel 2023 grazie alla complessiva attività svolta da Agenzia delle Entrate e Agenzia delle entrate-Riscossione: 4,5 miliardi in più rispetto al 2022 (+22%). È la somma più alta di sempre. Nel dettaglio, 19,6 miliardi derivano dalle ordinarie attività di controllo svolte dal Fisco e 5,1 miliardi da misure straordinarie, come “rottamazione” delle cartelle, definizione delle liti pendenti e pace fiscale. Aumentano anche le somme versate spontaneamente dai cittadini: il gettito relativo ai principali tributi gestiti dall’Agenzia delle Entrate ha superato 536 miliardi di euro, con un incremento di oltre 26 miliardi rispetto all’anno precedente. Sono alcuni dei dati presentati oggi nel corso di una conferenza stampa dal Direttore dell’Agenzia delle Entrate e di Agenzia delle entrate-Riscossione, Ernesto Maria Ruffini, sui risultati raggiunti nel 2023 e sulle prospettive future delle due Agenzie. All’evento hanno preso parte il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e il Vice Ministro, Maurizio Leo.

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Pubblicate le istruzioni operative sulla prima parte della riforma fiscale che si applicherà nel 2024 e prevede la riduzione delle aliquote da 4 a 3: la prima del 23 per cento per i redditi fino a 28mila euro; poi del 35 per cento per i redditi superiori a 28 e fino a 50mila ed infine del 43% sopra questa ultima soglia. Scompare quindi la vecchia aliquota del 25% che si applicava da 15 mila a 28mila euro di reddito. La circolare 2/E - pdf di oggi fornisce così agli uffici dell’amministrazione finanziaria le indicazioni per applicare correttamente le norme contenute nel decreto legislativo 30 dicembre 2023, n. 216. Ulteriori novità del 2024 riguardano, inoltre, la detrazione da lavoro dipendente con un aumento di 75 euro, la riduzione dell’ammontare delle detrazioni spettanti per alcuni oneri per i redditi sopra i 50 mila euro e l’abrogazione dell’agevolazione per la capitalizzazione delle imprese (ACE).

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⚠️⚠️⚠️La Casa Bianca informerà il congresso su una "grave minaccia alla sicurezza nazionale" legata alla Russia ⚠️⚠️⚠️

Il presidente della Commissione Intelligence della Camera ha avvertito di una grave minaccia senza fornire dettagli prima del briefing della Casa Bianca giovedì. Quattro fonti affermano che si tratta di una capacità militare russa.

@news

https://www.nbcnews.com/politics/national-security/house-intel-chair-warns-serious-national-security-threat-ahead-planned-rcna138848

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Io non conosco le opinioni di questi ragazzi, ma credo che stiano subendo un'ingiustizia mostruosa.

Sono persone nate in Italia, che probabilmente conoscono solo l'Italia, studiano in Italia, parlano italiano, eppure devono aspettare i 18 anni e fare esplicita richiesta, con un sacco di burocrazia, per essere italiani.

Io sarei furioso con uno stato che mi fa passare tutto ciò, senza nessuna ragione valida, francamente.

Cosa ne pensate?

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Secondo l’Autorità Poste Italiane non avrebbe reso accessibile l’insieme della rete e degli uffici postali alle imprese direttamente concorrenti della propria controllata PostePay nei mercati della vendita al dettaglio di energia elettrica e gas naturale. Insieme all’istruttoria è stato avviato anche un procedimento cautelare.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un procedimento istruttorio nei confronti di Poste Italiane per accertare l’esistenza di violazioni dell’art. 8, comma 2-quater della legge n. 287/1990.

In base a questo articolo, infatti, Poste Italiane dovrebbe rendere accessibili gli uffici e la rete postale (di cui ha la disponibilità in esclusiva in quanto fornitore del servizio universale postale) ai concorrenti della propria controllata PostePay, che li utilizza per commercializzare e per promuovere le offerte Poste Energia nel mercato della vendita al dettaglio di energia elettrica."

Secondo alcune segnalazioni, Poste Italiane non avrebbe invece reso accessibili tali beni o servizi ad alcuni concorrenti di PostePay che ne hanno fatto richiesta di recente. In questo modo ha attribuito alla propria controllata un vantaggio competitivo rilevante, suscettibile di alterare irrimediabilmente le dinamiche concorrenziali in un contesto di mercato singolare - caratterizzato dalla fine dei regimi tutelati nella fornitura di energia elettrica e gas naturale - in cui gli operatori attivi hanno forti incentivi ad attrarre clienti provenienti dai regimi tutelati.

Contestualmente all’istruttoria, l’Autorità ha avviato anche un procedimento per adottare eventuali misure cautelari ex art. 14-bis della legge n. 287 del 1990, per ripristinare quel level playing field nei mercati in oggetto, che sarebbe stato falsato dalle condotte oggetto di indagine.

Ieri i funzionari dell'Autorità, con l'ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, hanno svolto ispezioni presso le sedi delle società interessate.

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Imparare bene cosa fa e come si comporta un lupo, per non gridare 'al lupo al lupo'. Esempio: se lo si avvista, il consiglio è "restare in silenzio e osservare senza interferire e non tentare di avvicinarsi". Sarà o sembrerà anche ovvio, ma quanto sia "fondamentale la conoscenza" di questo animale e di come agire quando lo si incrocia, lo si è ribadito oggi nell'incontro a Modena promosso dalla Polizia provinciale con il titolo "lupo in pianura, l'ultima frontiera".

Del resto, infatti, non è più impossibile ritrovarselo vicino a casa: come hanno spiegato Luigi Molinari, collaboratore del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano e Sonia Braghiroli, funzionaria dell'Ufficio caccia e pesca della Regione, il lupo nelle province emiliane, "ormai da tempo, ha ricolonizzato aree abbondantemente modificate dalla presenza umana come la pianura, una delle zone meno boscose d'Europa e con densità abitativa più alta. E' un animale estremamente adattabile e, in questi contesti, ha imparato a sfruttare diversi tipi di risorse alimentari e a selezionare le poche aree di rifugio disponibili".

E dunque è utile "comprendere a fondo il comportamento del lupo per poter agire in modo efficace in caso di avvistamenti o segnalazioni nel territorio urbanizzato, con particolare attenzione alla sua presenza nelle zone limitrofe a quelle abitate dall'uomo, anche alla luce dei recenti casi in provincia di Modena", si spiega dalla Provincia di Modena che, per l'incontro di oggi, ha chiamato a raccolta Carabinieri Forestali, operatori dell'Ufficio caccia e pesca della Regione Emilia-Romagna, del centro faunistico Pettirosso, veterinari dell'Ausl di Modena, dell'Istituto zooprofilattico di Modena , dell'Ente Parchi dell'Emilia centrale e esponenti della Polizia metropolitana di Bologna. Fondamentali per la comprensione del fenomeno sono i dati acquisiti dai collari satellitari applicati ai Lupi dal Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano.

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Uffizi: incredibile blitz alla Nascita di Venere di Botticelli

Gigantesca azione degli attivisti ambientalisti di @ultimagenerazione nel principale museo fiorentino

@news

https://www.firenzetoday.it/cronaca/ultima-generazione-venere-botticelli-uffizi-13-febbraio-2024.html

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Joe Biden ha criticato le aziende alimentari per la presunta “shrinkflation”, ovvero per aver ridotto i prodotti mantenendo i prezzi invariati

@news

durante il Super Bowl, il presidente non ha nominato direttamente alcun prodotto o azienda, ma il video, pubblicato sull'account presidenziale ufficiale X, mostrava prodotti tra cui la bevanda Gatorade, il gelato Breyers, le patatine Tostitos e Doritos e i biscotti Oreo.

https://www.removepaywall.com/https:/www.theguardian.com/business/2024/feb/12/joe-biden-president-snack-makers-shrinkflation-super-bowl

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Sanremo 2024. Lo “stop al genocidio” di Ghali diventa caso politico

L'appello per Gaza nella finale del Festival criticata dall'ambasciatore di Israele in Italia: «Diffonde odio». Il rapper replica: «Muoiono bambini». L'ad Rai Sergio: «Solidali con Israele»

@news

https://www.avvenire.it/agora/pagine/lo-stop-al-genocidio-di-ghali-diventa-caso-politico

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Gli incidenti del 737-Max che hanno tormentato la Boeing negli ultimi 5 anni sono sconcertanti. Anche perché evidenziano difetti di progettazione fondamentali di un'azienda nota per la sua cultura ingegneristica (vedi il programma B-52). Ma per comprendere veramente il valore di 20 miliardi di dollari di difetti in poco più di un decennio di esistenza del 737-Max, dobbiamo capire come la Boeing si è trasformata in un secolo. Come si sono trasformate nel tempo le politiche antitrust, la politica e la cultura aziendale fino a portarci fin qui?

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Il Missouri è stato il primo stato della nazione a vietare l’aborto e sembra essere determinato a essere quanto più crudele possibile.

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Hong Kong - L'addetto finanziario paga 25 milioni di dollari dopo una videochiamata deepfake con il "direttore finanziario"

Secondo la polizia di Hong Kong, un impiegato finanziario di una multinazionale è stato indotto con l'inganno a pagare 25 milioni di dollari a dei truffatori che utilizzavano la tecnologia deepfake per fingere di essere il direttore finanziario della società in una videoconferenza.

@news

https://edition.cnn.com/2024/02/04/asia/deepfake-cfo-scam-hong-kong-intl-hnk/index.html

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Secondo la Coalizione nazionale dei direttori delle malattie sessualmente trasmissibili, gli Stati Uniti stanno affrontando un'epidemia " fuori controllo " di infezioni a trasmissione sessuale.

L’avvertimento arriva dopo la pubblicazione di un rapporto annuale sui dati sulle malattie sessualmente trasmissibili da parte dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC).

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Attacchi USA: il Medio Oriente sull’orlo di una guerra totale?

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di Marco Santopadre*

Pagine Esteri, 5 febbraio 2024 – Dopo l’uccisione di tre soldati americani in un attacco a sorpresa contro una base militare segreta in Giordania alcuni giorni fa, l’amministrazione Biden aveva promesso una rappresaglia esemplare.
Ma i massicci bombardamenti condotti sabato da Washington contro le milizie filoiraniane in Siria e in Iraq rappresentano un ulteriore passo in una escalation che rischia di andare completamente fuori controllo, innescando una guerra totale in Medio Oriente dagli esiti inimmaginabili.

Quello di Washington non è stato un raid episodico, di quelli fin qui condotti all’interno di un braccio di ferro con l’Iran fatto di azioni e rappresaglie in qualche modo misurate e deterrenti, ma un attacco su vasta scala contro decine di obiettivi. Non solo; Biden ha annunciato nuove azioni massicce aggressive ed ha minacciato di colpire direttamente il territorio iraniano.

Gli Stati Uniti devono dimostrare che fanno sul serio e che non intendono stare alla finestra mentre il cosiddetto “asse della Resistenza” – la rete di organizzazioni militari e politiche radicate in diversi paesi del Medio Oriente che fanno riferimento a Teheran – aumenta la pressione nei confronti di Israele per rivendicare la propria egemonia e contrastare il genocidio della popolazione di Gaza.

Washington ha lanciato un messaggio chiaro all’Iran e ai suoi alleati: se serve, gli Stati Uniti sono pronti anche alla guerra. Si tratta, in parte, di un bluff, e gli avversari degli Stati Uniti, ne sono coscienti. Una guerra frontale in Medio Oriente obbligherebbe la Casa Bianca, già impegnata sul fronte ucraino contro la Russia, a mobilitare centinaia di migliaia di uomini e centinaia di miliardi di dollari in un conflitto con forze assai più coese e battagliere rispetto all’esercito di Saddam Hussein, spazzato via senza grande sforzo pochi decenni fa.

Certamente, i caccia e i droni statunitensi sono entrati in azione per proteggere Israele, anche se negli anni i rapporti tra Washington e Tel Aviv si sono deteriorati visto che la nuova classe dirigente sionista vuole fare di testa sua e i suoi eccessi rischiano di mandare in pezzi la rete che gli Stati Uniti stanno faticosamente cercando di tessere con i paesi arabi dagli Accordi di Abramo in poi.

Ma è soprattutto per proteggere i suoi di interessi che gli Stati Uniti hanno deciso di entrare in azione con una campagna di bombardamenti così estesa, per tentare di rafforzare – o meglio, di ristabilire – la propria egemonia in un quadrante del mondo in cui la presa di Washington si è fortemente allentata. Negli ultimi decenni, il tradizionale dominio statunitense in Medio Oriente è stato indebolito dall’intervento russo a difesa del regime siriano e dalla crescita del ruolo iraniano nella regione, incentivato anche dai gravissimi errori compiuti da Washington ad esempio in Iraq che hanno favorito l’ascesa dei movimenti sciiti. Anche l’autonomizzazione del regime turco e le pretese egemoniche delle petromonarchie sunnite hanno ridotto Washington ad un attore spesso di secondo piano. Ora l’amministrazione Biden cerca di recuperare terreno esercitando il ruolo di gendarme globale già interpretato in passato, ma in un contesto completamente mutato e con la grazia di un elefante in un negozio di cristalli.

L’Iran e il suo alleato principale nella regione, il movimento sciita libanese Hezbollah, hanno più volte chiarito che non progettano di entrare in guerra con Israele, tantomeno con gli Stati Uniti. Israele è una potenza nucleare spregiudicata e può contare su un esercito tra i più forti del mondo, sorretto dai massicci invii di armi statunitensi e dagli aiuti finanziari provenienti da Washington. Attualmente la guerriglia trumpiana sta bloccando al Senato di Washington circa 14 miliardi di dollari destinati a Tel Aviv, ma in caso di guerra i Repubblicani difficilmente potrebbero mantenere il veto.

L’Iran, invece, sconta una profonda crisi economica – frutto anche di decenni di embarghi economici – e non è militarmente pronto per uno scontro diretto. Se volesse sostenere una guerra frontale, Teheran dovrebbe convincere Mosca e Pechino a un sostegno economico e militare massiccio che, almeno al momento, non sembra all’ordine del giorno.

Ma se Biden è convinto che aumentando la pressione militare contro le ramificazioni di Teheran in Medio Oriente convincerà gli ayatollah a fermarsi per evitare una guerra regionale su vasta scala nella quale questi ultimi non vogliono assolutamente imbarcarsi, è anche vero che le continue provocazioni di Washington e di Tel Aviv – bombardamenti, omicidi mirati, attentati, sabotaggi – in vari paesi del quadrante rischiano di suscitare l’effetto contrario.

Fino a quando la classe dirigente iraniana potrà sopportare di essere colpiti senza perdere la faccia di fronte alle rispettive popolazioni già inferocitedopo quattro mesi di operazioni militari israeliane che hanno ucciso decine di migliaia di palestinesi e reso la Striscia di Gaza un cumulo di macerie? Fin quando gli apparati dell’Asse della Resistenza riusciranno a tenere a basa gli incitamenti alla vendetta di organizzazioni decimate da un continuo stillicidio di omicidi mirati?

Il rischio è proprio che il meccanismo “azione-ritorsione”, che fin qui ha consentito ad entrambi i contendenti di tenere il punto, mirando a disincentivare l’avversario dallo spingersi oltre nello scontro, sfugga improvvisamente di mano.

Basterebbe che una delle milizie alleate – ma non necessariamente del tutto controllate da Teheran – decidesse di alzare il tiro contro Israele o gli interessi di Washington nella regione per accendere una miccia che nessuno sarebbe più in grado di spegnere. Ad esempio in Iraq, dove da tempo movimenti politici e militari sciiti ma anche nazionalisti sunniti chiedono a gran voce l’espulsione delle truppe statunitensi di stanza nel paese. Non a caso il portavoce delle forze armate irachene, Yahya Rasul, ha denunciato: «Questi attacchi sono una violazione della sovranità irachena, minano gli sforzi del nostro governo e rappresentano una minaccia che trascinerà l’Iraq e la regione verso conseguenze impreviste, le cui ripercussioni saranno disastrose». Persino l’alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, il catalano Josep Borrell, si è profuso in un sibillino «Tutti dovrebbero evitare che la situazione nella regione diventi esplosiva».

Sul fronte opposto Israele e le lobby filoisraeliane statunitensi, da decenni spingono per una guerra totale con l’Iran e potrebbero approfittare del clima già incandescente per dare fuoco alle polveri e mettere la Nato di fronte al fatto compiuto. Imbarcandoci tutti in una guerra regionale sì, ma su vasta scala, ennesimo e imprevedibile fronte di una guerra mondiale “a pezzi” che stiamo già combattendo senza che sia mai stata dichiarata.

La maggior parte degli analisti, al momento, non crede all’imminenza di una guerra totale in Medio Oriente. Eppure, afferma la CNN, «Errori o eventi imprevisti possono portare a spirali e ciò può portare a conflitti inevitabili e più ampi in una zona ad alta tensione». «È quasi un miracolo che un conflitto più ampio non sia già scoppiato in Medio Oriente quattro mesi dopo l’attacco del gruppo militante palestinese Hamas contro Israele» riconosce il network statunitense. – Pagine Esteri

* Marco Santopadre, giornalista e saggista, già direttore di Radio Città Aperta, è un analista dell’area del Mediterraneo, del Medio oriente e dell’Africa. Scrive, tra le altre cose, di Spagna, America Latina e movimenti di liberazione nazionale. Collabora con il Manifesto, Catarsi e Berria

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La Russia convoca l’ambasciatrice israeliana che ha accusato Mosca di sostenere Hamas

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Pagine Esteri, 5 febbraio 2024. In un’intervista rilasciata al quotidiano russo Kommersant, la nuova ambasciatrice israeliana in Russia, Simona Halperin, ha accusato il Cremlino di difendere il movimento palestinese di Hamas, proteggendo i suoi membri e accogliendoli srotolando per loro “tappeti rossi”.

Halperin ha dichiarato che così facendo il governo russo non solo non sostiene “la lotta al terrorismo di Israele” ma prende le parti di Hamas, che intenderebbe “replicare il 7 ottobre”, sminuendo, inoltre, la gravità dell’olocausto.

Parole dure anche in merito alle accuse di genocidio presentate contro Israele dal Sudafrica alla Corte Internazionale di Giustizia. L’ambasciatrice ha infatti accusato la Russia di essere solidare con la Repubblica del Sudafrica che ha “intentato una causa assurda”.

Il Cremlino ha convocato Simona Halperin, definendo i commenti “un inizio particolarmente infruttuoso”: il suo incarico diplomatico ha avuto inizio lo scorso dicembre.

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Armi italiane all’Ucraina, affari d’oro e consegne secretate

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Pagine Esteri, 5 febbraio 2024. Otto decreti interministeriali in meno di due anni dallo scoppio del conflitto russo-ucraino per autorizzare l’invio di armi al governo di Kiev, ma sulla tipologia, la quantità e il valore di esse, l’Italia è l’unico paese della NATO a non aver fornito alcuna informazione.

I trasferimenti di sistemi di guerra che alimentano la strage di decine e decine di migliaia di giovani della Federazione Russa e della Repubblica di Ucraina continuano ad essere secretati forse per non turbare le coscienze degli italiani. Fonti “buoniste” parlano di una spesa complessiva non superiore ai 700 milioni di euro – fino ad oggi – per rifornire gli arsenali ucraini di sistemi contraerei, missili, droni, ogive e carri armati made in Italy. Dalla stampa statunitense specializzata in tema di difesa e sicurezza apprendiamo però che le industrie belliche del nostro paese stanno facendo affari d’oro con l’export al regime ucraino ma, soprattutto, che la carneficina nel cuore del vecchio continente è un’occasione unica e imperdibile per pubblicizzare a mezzo mondo l’efficienza dei prodotti di morte italiani.

Il 31 dicembre 2023 il governo tedesco ha consegnato alle forze armate ucraine la prima batteria del sistema di difesa aerea a corto e cortissimo raggio “Oerlikon Skynex”, nell’ambito di un contratto del valore di 160 milioni di euro sottoscritto con il colosso industriale militare Rheinmetall nel dicembre 2022. Una seconda batteria “Skynex” arriverà a Kiev entro la fine del mese di marzo 2024. Con infinito orgoglio, Alessandro Ercolani, amministratore delegato di Rheinmetall Italia SpA (la società con quartier generale a Roma, interamente controllata dalla holding tedesca), ha fatto sapere ai cronisti di Defense News che le batterie anti-aeree destinate all’Ucraina sono state prodotte nello stabilimento del gruppo che sorge nel distretto industriale capitolino, lungo la via Tiburtina. Già Oerlikon-Contraves SpA, Rheinmetall Italia è un’azienda leader nella produzione di sistemi di difesa aerea e di tecnologie elettroniche di sorveglianza, aerospaziali e radar militari.

“Ci è stato detto che Skynex sta operando bene in Ucraina, e sarà davvero importante il feedback per migliorare ulteriormente il sistema”, ha dichiarato Alessandro Ercolani a Defense News. “La qualità del prodotto doveva essere del resto la migliore perché sai che verrà utilizzato (…) L’installazione in Ucraina di questo sistema di difesa aerea sta accrescendo la sua immagine e scatenando nuovi ordini da tutto il mondo…”.

La produzione degli “Skynex” negli stabilimenti di Rheinmetall Italia è stata avviata nel giugno 2022, previo accordo di collaborazione tra le autorità tedesche e quelle italiane (presidente del consiglio, al tempo, Mario Draghi, ministro della difesa, Lorenzo Guerini, Pd). Secondo Analisi Difesa, il contratto siglato a fine 2022 per la “fornitura d’urgenza” all’Ucraina delle due batterie terra-aria ha incluso l’addestramento del personale militare ucraino; l’allestimento del sistema di guerra sarebbe stato completato con un certo anticipo sui tempi fissati per la consegna.

Lo “Skynex” è una versione più moderna e potenziata delle batterie anti-aeree “Sky Guard”. Dotata di un centro di controllo e comando CN-1 “Oerlikon Skymaster” e di un radar di acquisizione tattico tridimensionale X-TAR3D per la ricerca, rilevamento, acquisizione, tracciamento e identificazione dei bersagli con un raggio superiore ai 50 Km, ogni batteria “Skynex” è equipaggiata con quattro cannoni con sensori elettro-ottici in grado di sparare fino a 1.000 proiettili da 35 mmm al minuto contro obiettivi posti fino a 4 km di distanza. Le munizioni AHEAD (Advanced Hit Efficiency And Destruction), sempre secondo Analisi Difesa, “consentono prestazioni ad alta letalità” per abbattere il bersaglio e sarebbero particolarmente efficaci “contro missili da crociera, droni e munizioni circuitanti (loitering munitions impiegate massicciamente dalle forze russe contro diverse tipologie di obiettivi militari e infrastrutturali) ma anche aerei ed elicotteri oltre a razzi e proiettili d’artiglieria”.

A enfatizzare le capacità distruttive delle batterie anti-aeree e anti-droni è lo stesso presidente del Cda di Rheinmetall Italia. “Noi abbiamo iniziato a progettare lo Skynex una decina di anni fa contro le minacce asimmetriche”, ha spiegato Ercolani. “Il suo vantaggio è che è stato concepito per contrastare minacce ridotte, basse e lente e che il suo costo reale è conveniente per eliminare un drone, rispetto all’utilizzo di un missile che vale milioni (…) Quando si avvicinano al loro obiettivo, gli involucri-munizioni del sistema da 35 mm si aprono erogando centinaia di piccoli cilindri di tungsteno che formano una nuvola distruttiva…”.

Il sistema “Skynex” è già stato venduto alle forze armate di una sessantina di paesi, ma dopo il “successo” in Ucraina, nelle prossime settimane saranno firmati contratti di vendita con un paese mediorientale ed uno membro della NATO. “La firma dell’accordo con l’Ucraina è stato un fattore importante per vincere le recenti commesse con Austria e Romania”, ha aggiunto Alessandro Ercolani. Al governo di Vienna Rheinmetall Italia ha consegnato sette batterie “Skynex”, mentre a fine dicembre le autorità di Bucarest hanno richiesto due batterie. Anche il Qatar è uno degli ultimi clienti dell’azienda romana.

Intanto il ministero della difesa russo fa sapere di aver colpito la batteria di missili terra-aria SAMP/T prodotta dal consorzio missilistico Eurosam (è presente il gruppo Leonardo SpA attraverso la controllata MBDA Italia) e consegnata lo scorso anno all’Ucraina dai governi italiano e francese. Con un comunicato diffuso il 24 gennaio e ripreso dall’agenzia Tass, Mosca ha rivelato l’attacco alla batteria SAMP/T (valore introno agli 850 milioni di euro) insieme a quelli contro una stazione radar ed i depositi di munizioni della 31^ Brigata meccanizzata e della 26^ Brigata di artiglieria ucraine, mediante l’impiego di missili, artiglieria e velivoli senza pilota. Il governo francese ha smentito le dichiarazioni della difesa russa. Imbarazzato silenzio invece da parte del governo Meloni-Crosetto.

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