Caffè Italia

796 readers
1 users here now

Caffé italia è la community dove poter parlar di tutto quello che non ha una community specifica in feddit.it

founded 2 years ago
MODERATORS
1
 
 

Quando si partecipa ad un concerto di musica classica, specialmente in casi "piccoli" come il pianoforte solo o quartetto d'archi, per un'esperienza ottimale il pubblico potrebbe secondo me osservare tre semplici regolette:

1 - Fare silenzio

2 - FARE DELLO STRACATAFOTTUTO SILENZIO

3 - Ricordarsi le prime due

Ohhh là 😊

Giuro, non è solo perché io sia misofonico, ma a volte vorrei la licenza di pugnalare chi fa rumore, chiacchiera, ecc.

2
3
4
1
submitted 2 weeks ago* (last edited 2 weeks ago) by edosecco@feddit.it to c/caffeitalia@feddit.it
 
 

Ho studiato chimica e sono in generale sempre stato appassionato di scienza, semplicemente trovo che certa terminologia sia più adatta ad ambiti tecnici, mentre nel non tecnico (o più ancora nel colloquiale) sia un inutile appesantimento del discorso.

Non sento più dire “due giorni”, “tre giorni”, ma “48 ore”, “72 ore” anche in casi in cui non ci sarebbe nessun bisogno di tale precisione. Diciamo anche i minuti, già che ci siamo?

Non sento più dire “metà”, ma “50%” o direttamente solo “cinquanta” (che da solo è un dannato numero, altrimenti si deve dire 'per cento').

Quando c'è una differenza di quantità bisogna controllare il “delta”. Ma che è, stiamo facendo algebra? Una mia ex collega, che non aveva fatto un grande programma scolastico di matematica alle superiori, aveva imparato a pappagallo che "delta" stava per "differenza" e questa cosa (il fatto che lo dicesse per imitazione senza sapere il perché, e probabilmente senza nemmeno sapere che fosse una lettera greca) mi urtava.

-"Oh, com'è cresciuto il tuo bambino!" -"Sì, ha diciassette mesi!" E sei lì a fare i conti quando bastava dire: "Ha un anno e mezzo" 😁 Non stiamo parlando di una fetta di parmigiano stagionato.

Ma perché?!?

Non sempre si sta esponendo un resoconto tecnico, spesso queste espressioni sono totalmente fuori luogo.

Lo sto notando solo io?

Non sarà un fenomeno come quello dell'Itanglese, in cui certe cose si dicono perché si pensa che faccia figo?

5
6
 
 

Il 7 luglio il ministro dei trasporti russo, è stato trovato morto nella sua auto a Odintsovo, vicino Mosca, con una ferita da arma da fuoco.
Mi dispiace che Putin abbia perso il suo ministro dei trasporti.
Se vuole gli mandiamo il nostro ministro che gira col rosario in tasca, che è un grande estimatore della Russia e del suo dittatore.
#salvini #putin @caffeitalia
#satira @attualita

7
8
9
10
 
 

Di scuse per attaccare l' #Iran, #Israele ne ha a iosa. Certo è che la popolazione sotto il regime non se ne gioverà più di tanto. Ma a #Netanyahu non interessa. Dal #Blog. ___

11
 
 

La povertà aumenta, in Italia, in Europa. Ovunque. Togliere la dignità alle persone sembra l'idea di molti Governi.

Dal #Blog. ___

12
 
 

Stavolta il post è lungo. E' il brutto di lavorare a turni: il tempo per scrivere, se vuoi, si trova.

Ciò che sta accadendo tra #Israele ed #Iran ci porta sempre più vicino al punto di non ritorno. Forse per questo mi sono dilungato.

Abbiate pazienza. ___

13
 
 

Se non riesci a concentrarti su cose serie per più di mezz'ora, è tempo di un post cazzaro. Può anche non riuscire. Tanto, sul #Blog, chi ti scova?

14
 
 

€uro MONETE RACCONTANO
La storia attraverso le euro monete
#6giugno 1861 muore a #Torino Camillo Benso conte di #Cavour, politico italiano del Risorgimento 🇮🇹
https://eurocollezione.altervista.org//ITALIA///_2/_euro/_2010/_commemorativo.htm
#Italia #2euro @caffeitalia @news @ItalianNews

15
 
 

Venerdì 30 ho comprato un oggetto del valore di 18 euro su un sito terzo (non Amazon).

Sabato 31 alle 8 di sera mi arriva una email "spedito con Amazon shipping".

Domenica 1 mi arriva una email "il tuo ordine è in consegna" subito alle 9 di mattina

Mi ha fatto pensare parecchio

  1. Non c'era alcun bisogno di tenere gente alle 8 di sera di un sabato a spedire pacchi, specie prima di un weekend lungo 31-1-2 giugno che è perfetto per andare al mare

  2. La consegna la domenica mattina??????? Ho messo l'indirizzo di lavoro (palese che fosse una azienda) e quale azienda è aperta la domenica, non che meno una domenica a cavallo del ponte perfetto??

  3. Hanno tenuto uno in catena di imballaggio fino a un'ora improponibile il sabato, e un altro a consegnare la domenica mattina un pacco che comunque non solo non era consegnabile fino al 3 giugno, ma non era nemmeno urgente. E tutti quelli nel magazzino che rimettono sullo scaffale i pacchi non consegnati. Poteva benissimo essere imballato il 3 giugno e consegnato il 4 giugno. Che senso ha pagare qualcuno la domenica (con uno stipendio più alto del normale, giusto?) per fare andirivieni con un pacco?

  4. Questa mania che la spedizione deve essere sempre gratuita anche se si tratta di una penna BIC da 50 cent consegnata a mano ad Anacapri in una casa remota raggiungibile solo a piedi facendo 500 scalini in salita. I siti terzi per offrirla "gratuita" (cioè: comunque la pagano includendola nel prezzo) si devono rivolgere al loro principale concorrente per consegnare gli ordini perché altrimenti su 18 euro non c'è margine.

16
 
 

Trovare persone vere nel Fediverso può sembrare complicato? In realtà è meno difficile di quanto sembri.

Segnalo questo post https://livellosegreto.it/@max@poliverso.org/114621655478229138 in cui @max si lamentava dello scarso numero di interazioni che riceveva.

È vero che all'inizio non è facile trovare nuove interazioni, ma questo post e le diverse risposte mi hanno dato spunti molto interessanti e soprattutto mi hanno fatto scoprire persone che non seguivo.

Persone reali che rispondono e interagiscono

@caffeitalia

17
 
 

www.associazioneitalianaprepper.it

https://t.me/AIP_Prepper_Access

Ci starebbe anche un canale qua su feddit

18
 
 

IPZS 🇮🇹 #5euro argento Serie Canzoni Italiane – Il Cielo di Renato Zero
https://eurocollezione.altervista.org/Blog/IPZS/IPZS/_20.htm
#RenatoZero @caffeitalia @news @ItalianNews

19
20
1
submitted 2 months ago* (last edited 2 months ago) by Massy@feddit.it to c/caffeitalia@feddit.it
 
 

C’è un’Italia reale e un’Italia immaginaria. La prima è fatta di dati, contraddizioni e complessità. La seconda è un collage di frasi fatte, immagini rassicuranti e stereotipi ripetuti all’infinito: «Gli italiani sono mammoni», «Qui la burocrazia uccide», «Siamo il paese più bello del mondo». Ma come nascono questi cliché? E, soprattutto, perché resistono nonostante la realtà li smentisca giorno dopo giorno? I luoghi comuni non spuntano dal nulla. Sono il prodotto di una fabbrica invisibile che lavora a pieno ritmo, alimentata da tre macchinari principali: la narrazione turistica, la retorica politica e l’autorappresentazione culturale. L’Italia viene venduta come una cartolina vivente: pizza, mandolini e tramonti sulla laguna. Peccato che il paese sia anche distretti industriali in crisi, periferie dormitorio e un PIL che arranca tra stagnazione e precarietà. Ma ai visitatori (e al mercato) serve la favola, non la realtà. Raccontare l’Italia autentica richiederebbe un impegno che rischierebbe di infrangere l’incanto: e così, meglio il sole che bacia i colli toscani che il degrado di certe stazioni del Sud. I leader, da parte loro, trasformano i cliché in armi retoriche. «Noi italiani siamo così» diventa un mantra comodo, una giustificazione automatica per ogni inefficienza («è il nostro DNA») o un’autocelebrazione strategica («siamo unici», «facciamo cose incredibili con poco»). E mentre si intona l’inno all’italianità, i problemi strutturali – corruzione sistemica, servizi pubblici discontinui, diseguaglianze territoriali – restano lì, immobili, come un fondale che nessuno vuole realmente affrontare. Anche gli italiani, dal canto loro, adorano raccontarsi attraverso stereotipi. È più rassicurante definirsi «geni creativi ma indisciplinati» che guardare in faccia il declino industriale, la fuga dei cervelli, l’analfabetismo funzionale che colpisce milioni di adulti. I luoghi comuni funzionano come scudi psicologici: proteggono l’identità da minacce esterne, ma anche da un confronto interno troppo faticoso. Se dici «all’estero non hanno il nostro gusto», trasformi una piccola verità (la tradizione culinaria italiana) in una barriera contro l’innovazione o la contaminazione. È un meccanismo di difesa che, però, si trasforma spesso in un boomerang. Il mito del «made in Italy intoccabile», ad esempio, ha rallentato l’evoluzione di settori come la moda o il design, dove oggi inseguiamo e non guidiamo, superati dalla Francia, dalla Corea, dalla Cina. Lo stesso vale per il familismo amorale, celebrato come forma di solidarietà intima, ma che spesso cela un sistema che soffoca il merito e alimenta reti di favori e raccomandazioni. Dietro l’orgoglio di «aiutare prima i parenti» si cela un disegno sociale che esclude chi non ha agganci e accentua la disuguaglianza. Persino l’autoironia italiana, così brillante e celebrata, diventa un alibi per l’immobilismo: dire che «siamo un popolo di santi, poeti e navigatori… e di evasori» serve più a ridere che a cambiare davvero. Usare i cliché senza esserne vittime richiede consapevolezza. Bisogna saperli riconoscere, destrutturarli, osservarli da vicino come si osserva un vecchio giocattolo rotto. Quella frase che inizia con «Noi italiani siamo…» è quasi sempre una bandiera rossa: una spia che ci segnala che stiamo entrando in territorio mitico, non analitico. Poi dobbiamo chiederci: “È ancora vero?” Nel 1950 l’Italia era rurale, patriarcale, fondata sul lavoro manuale e sul culto della famiglia. Oggi il 70% degli italiani vive in città, le donne lavorano, le famiglie si restringono, eppure il cliché del «paese della mammà» continua a resistere, come se il tempo non fosse mai passato. Gli stereotipi non spariranno. Sono troppo comodi, troppo utili. Semplificano il mondo, creano identità, vendono prodotti, alimentano campagne pubblicitarie e discorsi pubblici. Ma possiamo smettere di crederci ciecamente. Possiamo imparare a usarli come si usano gli specchi deformanti: non per guardarci davvero, ma per divertirci un attimo e poi tornare alla realtà. L’Italia vera è altrove. Non nelle cartoline, ma nelle sue contraddizioni. È nel pendolare che si alza alle cinque del mattino e nei giovani che lavorano in remoto per aziende straniere perché qui nessuno li assume. È nella bellezza che sopravvive al degrado e nella voglia di riscatto che convive con la rassegnazione. È nei suoi paradossi, nel suo caos fecondo, nelle sue ferite e nella sua capacità di reinventarsi. E forse, è proprio lì che si nasconde la sua vera unicità. Non nella favola che raccontiamo al mondo – e a noi stessi – ma nella realtà che continuiamo, ostinatamente, a evitare. Il luogo comune è come il caffè della stazione: sa di poco, ma a volte è l’unica cosa che ci tiene svegli nel viaggio. Basta non scambiarlo per un buon espresso.

21
22
 
 

Una parte dell'Italia fa spallucce quando si tratta del lavoro degli altri. Loro stanno a posto e va bene così.

23
 
 

€uro MONETE RACCONTANO
La storia attraverso le euro monete
#22maggio 1873 muore a #Milano Alessandro Manzoni, scrittore, poeta e drammaturgo italiano 🇮🇹
https://eurocollezione.altervista.org//ITALIA///_2/_euro/_2023/_commemorativo/_Manzoni.htm
#Italia #AlessandroManzoni @caffeitalia @news @ItalianNews

24
 
 

Una riflessione sui #socialmedia zeppi della nostra autoreferenzialità.

25
 
 

Mi scuso per il tema pesante.

Credo sia uno di quei casi-limite che possono mettere alla prova le nostre opinioni sui temi etici.

view more: next ›